Originaria dall’Egitto, la calendula è una pianta annuale appartenente al genere delle asteraceae della famiglia delle composite e cresce spontanea in tutta l’area mediterranea fino ad un’altitudine di 600 metri. Comune da vedere nei prati incolti, nei bordi delle strade e negli oliveti, la specie più diffusa è la Calendula officinalis chiamata anche fiorrancio o calendola e si tratta di una pianta a crescita rapida con foglie lanceolate o spatolate lunghe fino a 15 cm e fiori un po’ più grandi delle margherite, molto appariscenti e caratterizzati da petali di colore giallo-arancio con il centro color porpora.
La fioritura della calendula avviene da giugno a novembre e si prolunga fino ai primi freddi dell’autunno. Il nome Calendula deriva dal latino “calendae” e per i Romani indicava il primo giorno di ogni mese: molto probabilmente il nome si riferisce al fatto che questa pianta inizia la fioritura in primavera e si protrae per tutto l’anno. I contadini ancora oggi si regolano con la calendula per prevedere le condizioni atmosferiche: infatti, se i fiori al mattino restano chiusi significa che durante il giorno pioverà.
Conosciuta e apprezzata fin dai tempi antichi per le sue notevoli proprietà lenitive e antinfiammatorie, la pianta è ampiamente utilizzata sia per uso ornamentale che nel campo della cosmesi e del benessere del corpo (Leggi anche: Le proprietà della calendula).
Sommario:
Il significato simbolico della calendula
Ricco di storia e di simbologia, la calendula è un fiore citato con frequenza in molti testi greci. La caratteristica di questo fiore che si apre al mattino e si chiude al tramonto nei tempi antichi era considerata un simbolo di dolore per la scomparsa del sole: proprio per questa credenza la calendula nel corso dei secoli è stata associata a sentimenti di dolore e sofferenza.
A rafforzare questa credenza è anche una leggenda greca molto antica: pare che Afrodite, sofferente e disperata per la morte del suo amante Adone, trafitto da un cinghiale mandatogli contro dal marito Ares, cominciò a piangere e non appena le sue lacrime arrivavano a terra si trasformavano in calendule.
Ancora oggi il significato simbolico della calendula è il dolore, il dispiacere, la gelosia e le pene d’amore, significato che però viene compensato dalle innumerevoli proprietà terapeutiche di questa pianta che viene largamente utilizzata per la cura del corpo, per profumare ambienti e per decorare con gioia e allegria gli interni e gli esterni delle abitazioni.
Come coltivare la calendula in vaso
La calendula, nonostante si trova in natura nei prati, si presta alla coltivazione in vaso e arricchisce con i suoi colori sgargianti il terrazzo o il balcone di casa. Per ottenere risultati migliori è preferibile procurarsi una bustina di semi da acquistare dal fiorista di fiducia. Per cominciare, preparate una vaschetta dove effettuare la semina e sistemate all’interno del vaso un composto in cui avrete mescolato 3 parti di terriccio fertilizzato e una parte di sabbia poi spargete i semi e mettete altro terriccio per coprire. Innaffiate con un erogatore spray pieno d’acqua e inumidite il terriccio, poi ricoprite con della plastica. Collocate la vaschetta all’ombra e dopo circa 15 giorni vedrete nascere i primi germogli.
Non appena le piantine saranno più grandi le potete travasare in vasi più grossi in modo che le piantine possano crescere più vigorose, solo dopo aver adagiato fondo un letto di ghiaia e cocci, oppure di palline d’argilla espansa per agevolare il deflusso dell’acqua. Riempire il vaso con del terriccio morbido concimato con compost per far respirare al meglio le radici. Innaffiate spesso, ma senza formare ristagni, e concimate ogni 2 settimane, preferibilmente con concime liquido da mescolare all’acqua di annaffiatura. Adesso potrete esporre il vaso all’aperto senza paura che i raggi del sole danneggino la pianta. La calendula coltivata in vaso di solito non supera i 20-30 centimetri di altezza e il fiore si distingue per i numerosi petali raggruppati in capolini dal colore arancio intenso con sfumature di giallo.
Come coltivare la calendula in giardino
La coltivazione della calendula in giardino offre la possibilità di creare angoli colorati e vivaci che spiccano in mezzo al verde. Anche se facile da coltivare in piena terra, occorre qualche piccolo accorgimento per realizzare spettacolari composizioni. Per prima cosa procuratevi i semi che potrete acquistare presso i negozi di giardinaggio o addirittura nei centri commerciali. Scegliete un’area del terreno ricca di sostanza organica, soffice e ben drenata, in modo da evitare i ristagni d’acqua che la pianta mal sopporta. Per far crescere bene le piante il terreno deve essere ben dissodato e arricchito con sostanze organiche che nutrono e fortificano la calendula.
La posizione ideale in giardino è quella non troppo soleggiata, così da poter garantire ombra alla pianta e non farla seccare. Dopo aver preparato la buca nel terreno, spargete i piccoli semini e disponeteli 5-8 per ogni mq. Coprite leggermente con il terreno e innaffiate in maniera uniforme tutti i giorni seguenti. Nel giro di 15 giorni vedrete spuntare le piantine e man mano le vedrete crescere.
Per assicurare alla pianta una fioritura sempre abbondante dovete fare attenzione a togliere i fiori appassiti. Come vedete, basta una bustina di semi e del terriccio per ottenere un prato fiorito meravigliosamente colorato e di lunga durata.
Come far propagare la calendula
La propagazione della Calendula avviene per semina e va effettuata all’inizio della primavera. Per prima cosa dovrete mettere i semi in vaso o in semenzaio all’interno di un terriccio composto per la maggior parte da sabbia grossa, ideale per favorire il drenaggio dell’acqua e di evitare i ristagni.
Vaporizzare con un nebulizzatore e coprire il vaso con plastica o vetro, poi collocare il contenitore all’ombra. Dopo che i germogli sono spuntati si possono trapiantare sia in vaso che in giardino. Per far crescere meglio la pianta basta innaffiarla ogni giorno ma in realtà la calendula di solito si accontenta dell’acqua piovana. Importante le concimazioni, da fare con prodotti specifici e ogni 10-15 giorni, mentre per la potatura è consigliabile spuntare le cime con delicatezza.
Fate attenzione alla presenza di parassiti e malattie che possono attaccare la pianta tra cui gli afidi, piccoli parassiti che possono attaccare la Calendula formando delle colonie. Per eliminarli basterà passare un batuffolo di cotone imbevuto d’alcol oppure, se si tratta di casi più gravi, potete ricorrere ad un prodotto specifico.
Anche il mal bianco è una malattia pericolosa per la pianta, causata da un fungo e che si manifesta con la presenza di muffa bianca sul fusto e sulle foglie che le fa ingiallire e cadere. Anche questa, se è molto accentuata, si risolve con prodotti fungicidi specifici e riescono a far guarire la pianta. Un altro fungo pericoloso per la calendula è l’entyloma, che si manifesta con la presenza di macchie verdi sulle foglie. Poiché questo fungo si diffonde nell’acqua di irrigazione, è spesso difficile debellarlo. Un modo efficace per sconfiggerlo è quello di limitare le innaffiature e intervenire con forti fungicidi per salvaguardare la pianta.
Se avete intenzione di propagare la calendula in zone a clima temperato potete procedere alla semina in autunno così da anticipare la fioritura sia anticipata l’anno successivo e quindi ottenere maggiori produzioni. Invece, se vi trovate in una regione dal clima fresco, potete procedere alla semina sin in primavera a partire dal mese di aprile.