RSA è un acronimo che sta per Residenza Sanitaria Assistenziale. Questa struttura ha come scopo quello di ospitare persone anziane non autosufficienti o adulti disabili che non possono essere assistiti al proprio domicilio e che hanno bisogno di assistenza sanitaria generica o specifica.
In Emilia Romagna sono diverse le RSA altamente professionali che ospitano persone non autosufficienti permettendo loro di vivere una terza età in serenità. Andiamo a vedere perché queste realtà sono importanti e come funziona l’accesso alle strutture in questa regione.
Sommario:
Perché le RSA sono essenziali
In Italia l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno che non conosce freni ed è in crescita il numero di anziani non autosufficienti over 85; non è un mistero, infatti, che la popolazione residente nel Belpaese è in decrescita.
Dato lo stile di vita frenetico e il tempo che non è mai sufficiente, le famiglie sono spesso incapaci di gestire autonomamente l’assistenza domiciliare e qui entrano in gioco strutture come le RSA, le quali possono aiutare a coordinare al meglio la vita privata e lavorativa con la gestione dei propri cari.
RSA in Emilia-Romagna: come funzionano e quali servizi offrono
Di RSA in provincia di Modena, Bologna, Parma e in altri comuni dell’Emilia-Romagna che offrono servizi di qualità ce ne sono diverse; queste strutture sono destinate a persone anziane che non possono vivere autonomamente a casa e necessitano di assistenza continua, anche per lunghi periodi.
Molte RSA in Emilia Romagna offrono un’assistenza completa e personalizzata, 24 ore su 24, con l’obiettivo di mantenere o migliorare le capacità fisiche, mentali, relazionali e affettive degli ospiti. Questo servizio di assistenza include la presenza di numerosi professionisti, nonché una vasta offerta di consulenze specialistiche, supporto psicologico e attività di animazione.
All’interno di queste strutture possono essere attivati nuclei specializzati per:
- Persone anziane con demenza e gravi disturbi comportamentali;
- Adulti con gravissime disabilità acquisite, come lesioni cerebrali o neurologiche.
In Emilia-Romagna l’accesso alle RSA è regolato da una valutazione preliminare effettuata dall’Unità di valutazione geriatrica territoriale per le persone anziane e dall’Unità di valutazione multidimensionale per le persone con gravi disabilità: queste commissioni sono composte da geriatri, infermieri professionali e assistenti sociali, e la valutazione viene effettuata su richiesta dell’assistente sociale del Comune o del Servizio assistenza anziani del Distretto sanitario.
Quando rivolgersi a una RSA
Il ricorso alle RSA si rende necessario quando il ruolo del caregiver non è più sufficiente o in presenza di patologie gravi come l’Alzheimer. Spesso, infatti, è il decadimento cognitivo o fisico della persona anziana l’elemento che accende il bisogno di supporto professionale.
Le RSA possono alleggerire il carico del caregiver, fornendo assistenza completa e specializzata per gli anziani e permettendo ai familiari di recuperare il proprio ruolo affettivo.
È comunque il medico curante che suggerisce questo passaggio, dopo una specifica valutazione clinica.
Differenze tra RSA e casa di riposo
Quali sono le differenze tra una RSA e una casa di riposo? Entrambe le strutture ospitano anziani che possono avere bisogno di assistenza infermieristica, ma in realtà svolgono attività diverse e si rivolgono a un target differente.
Infatti, la casa di riposo ospita in genere persone anziane autosufficienti, offrendo loro una serie di servizi ricreativi e attività quotidiane per favore la socializzazione e la compagnia e garantendo un’assistenza infermieristica per gestire situazioni di salute.
La RSA ospita invece persone anziane non autosufficienti e adulti gravemente disabili che hanno bisogno di assistenza sanitaria continuativa.
Una via di mezzo tra la casa di riposo e la RSA è la casa di cura, che ospita generalmente persone anziane autosufficienti, anche parzialmente, ma che hanno bisogno di assistenza sanitaria continua.
Il ruolo della famiglia nella RSA
Una volta che la persona anziana o disabile è entrata in una RSA, non bisogna pensare che il ruolo della famiglia sia finito. Al contrario: la presenza dei familiari è estremamente importante. Chi entra in una RSA può sentirsi smarrito e in questa fase di adattamento la famiglia deve far sentire la sua presenza e dare il giusto supporto a livello emotivo e affettivo.
Inoltre, la collaborazione della famiglia con la RSA è fondamentale: al momento dell’accesso in RSA, il familiare può raccontare qualcosa in più sul paziente, in modo tale che il personale della residenza possa attivarsi per favorire un maggiore adattamento. Il familiare può anche agevolare l’ambientamento partecipando alle attività quotidiane della persona malata, aiutandolo a vestirsi o a mangiare, ad esempio, evitando in questa prima fase che il paziente sia affidato solo ed esclusivamente alle mani del professionista.
Facendo sentire la propria presenza sarà quindi possibile aiutare il familiare in cura nella RSA a vivere serenamente in un ambiente che, giorno dopo giorno, gli sarà sempre più familiare e imparerà a conoscere e apprezzare.