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Ridere e sorridere fa bene alla salute : 10 studi scientifici sui benefici del buonumore

Che ridere ed essere di buon umore abbia risvolti positivi sulla nostra salute è una notizia che abbiamo sentito spesso. Purtroppo , nell’era dei social , non sempre ciò che viene ripetuto continuamente è necessariamente vero e dotato di riscontri scientifici . Non è raro che le persone si trovino a condividere una bufala senza vagliarne la fonte.

Se sei uno di quegli utenti del web dotato di spirito critico e interessato a ricercare le basi scientifiche delle notizie e per non incappare nelle bufale , questo articolo fa al caso tuo. Vediamo 10 studi scientifici a supporto dell’affermazione che ridere fa bene : per ciascun punto troverai il link alla pubblicazione scientifica per approfondire .

1 Sorridere ha effetti positivi sulle pareti dei vasi sanguigni ( endotelio ) e favorisce la circolazione sanguigna alla pari dell’esercizio fisico.

Lo studio , molto originale , è stato condotto dalla Scuola di Medicina del’Università del Mariland , a Baltimora e presentato al congresso americano delle cliniche universitarie di cardiologia , nel 2005 .

Un gruppo di volontari sono stati invitati a vedere due diversi film misurando con un sistema a ultrasuoni il flusso sanguigno nell’arteria del braccio destro : una commedia ( King Pin , per la precisione ! ) e un film drammatico ( Salvate il soldato Ryan ) .

Durante la proiezione e nei 45 minuti successivi , il gruppo che aveva assistito alla commedia aveva registrato un miglioramento del flusso sanguigno mediamente del 22% , mentre chi aveva assistito al film drammatico aveva riscontrato una diminuzione dello stesso mediamente del 35% . Se la commedia ha avuto effetti paragonabili a quelli dell’esercizio fisico , il film di guerra ha avuto effetti paragonabili a un evento stressante. Qui lo studio dell’ University of Maryland School of Medicine .

2 Il sorriso rinforza il sistema immunitario

Uno studio dell’Indiana State University è stato condotto per testare il buonumore sul sistema immunitario . A 33 donne è stato chiesto di assistere , dopo essere state suddivise in gruppi randomizzati , rispettivamente ad un video umoristico e ad un video neutro riguardante il turismo.

Il gruppo che ha visto il video divertente ha dimostrato una maggiore attività dei linfociti NK ( natural killer cells ) . Si tratta di cellule molto importanti , dette anche LGL ovvero Large Granular Lymphocyte : grandi linfociti granulari ) . Sono innate nel nostro organismo e attaccano sia virus che cellule alterate come quelle tumorali. Per questo sono oggetto di studi e sperimentazioni anche nell’immunoterapia oncologica.

3 Il buonumore migliora la memoria

Uno studio della Loma Linda University in California ha dimostrato gli effetti positivi del buonumore sulla memoria a breve termine negli anziani. Anche in questo caso il test ha consistito nel far assistere ad un gruppo test ( definito nello studio “humour group” ) dei video capaci di strappare sorrisi per un periodo di circa 20 minuti. Al gruppo di controllo , invece , è stato chiesto di stare a riposo senza dormire , parlare , leggere , usare lo smartphone.

Ad entrambi i gruppi sono stati rilevati in tre diversi momenti i livelli di cortisolo ( un ormone che si produce in presenza di stress ) e al termine dei 20 minuti di prova sono stati sottoposti al Rey Auditory Verbal Learning Test ( AVLT ) . Il test Auditory Verbal Learning è un test di memoria a breve termine e consiste in 7 prove , tra cui la lettura di una serie di parole ( 15 ) e la richiesta al soggetto di ripetere quelle che si ricorda. Il test viene ripetuto a distanza di tempo ( 15 minuti ) e con elementi che ne complicano il ricordo , ad esempio distraendolo con prove visive e spaziali o introducendo altre parole che non rientrano nella lista delle 15 iniziali.

La sperimentazione ha concluso che nello “humour group” la memoria a breve termine era migliorata del 43.6% ( contro il 20% del gruppo di controllo , che comunque non si era sottoposto a eventi stressanti ) e anche le tre misure di cortisolo avevano rivelato sensibili diminuzione di questo ormone dello stress.

4 Ridere fa bruciare calorie

Un altro aspetto da non sottovalutare è che ridere è un movimento che coinvolge un elevato numero di muscoli del viso . Quindi , come ogni altra attività che coinvolge la contrazione muscolare , comporta un consumo di calorie. Uno studio della Vanderbilt University ha provato a calcolare quante calorie si consumano ridendo : fino a 40 calorie ridendo da 10 a 15 minuti al giorno.

Potrebbero sembrare poche, ma ricordandoci che nel dimagrimento le abitudini di lungo corso sono più efficaci delle diete lampo per perdere molti chili in poco tempo ma spesso altrettanto velocemente abbandonate . Quindi 40 calorie al giorno corrispondono a quasi 300 calorie a settimana e 1200 calorie al mese , quasi un giorno di digiuno ogni due mesi.

Considerando che per perdere 1kg di grasso bisogna avere un deficit calorico di circa 7.000 calorie , in un anno si creerebbe un deficit di circa 14.000 calorie : 2 Kg di grasso in meno. Una sana abitudine da coltivare , insomma !

Inoltre , nota la relazione tra peso e percentuale di grasso da una parte e salute cardiovascolare dall’altra , questo beneficio del sorriso può essere visto come un beneficio indiretto sul sistema cardiocircolatorio che si aggiunge a quello esposto al punto 1.

5 I sorrisi fanno bene al cervello perché rilasciano endorfine

Uno studio in collaborazione tra l’Aalto University ( Finlandia ) e l’Università di Oxford ha studiato il rilascio di endorfine nel cervello a seguito delle risate.

Questo studio si concentra in particolare sul sorridere e divertirsi in compagnia. Infatti il test è consistito nella visione di una commedia in gruppo per 30 minuti , per il gruppo da testare , mentre il gruppo di controllo è stato sottoposto alla visione di un film drammatico per 30 minuti.

I soggetti sono stati monitorati tramite PET e il rilascio di endorfina è stato sensibilmente più alto nel gruppo sottoposto a visione collettiva della commedia.

6 Ridere aumenta il benessere psicologico nell’ambiente di lavoro

Ridere non fa solo bene alla salute fisica , ma anche alla salute psicologica , anche nelle riunioni di lavoro , secondo uno studio condotto in collaborazione tra l’Università del Nebraska e l’Università di Amsterdam. La ricerca è consistita nell’assistere a 54 riunioni di reali team di lavoro , codificando e annotando espressioni di buonumore come risate collettive , battute , ecc

Al termine di ogni riunione sono stati raccolti , in collaborazione con il responsabile del team , riscontri sulle performance in termini di produttività e sicurezza / autostima dei singoli componenti del team . La correlazione è risultata significativa .

7 La presenza dei clown negli ospedali pediatrici permette ai bambini e alle loro famiglie di ridurre lo stress pre-intervento chirurgico

Uno studio tutto italiano sulla clownterapia pubblicato dagli studiosi Alberto Dionigi, Diego Sangiorgi e Roberto Flangini sulla rivista Journal of Health Psychology ha riguardato 77 bambini e 119 genitori che dovevano sottoporsi a interventi di piccola chirurgia.

Lo studio è interessante perché riguarda una tipologia particolare di “terapia del sorriso” che si sta sempre più diffondendo negli ospedali pediatrici: la clownterapia.

Dei 77 piccoli pazienti , 52 sono stati accompagnati in sala operatoria dai genitori e da 2 clown ciascuno , mentre nel gruppo di controllo i bambini sono stati accompagnati in sala operatoria solo dai genitori.

Tra i risultati sorprendenti dello studio c’è una riduzione dell’ansietà pre-operatoria non solo nei bambini ma anche nei genitori , che significa un doppio vantaggio in termini di benessere psicologico perché tutto l’ambiente intorno ai piccoli pazienti è risultato più disteso.

8 Ridere ha effetti positivi nella terapia del dolore e riduce la percezione del dolore dopo un intervento chirurgico.

Uno studio pubblicato nel 2016 dalla rivista scientifica Complementary Therapies in Clinical Practice ha indagato la percezione del dolore da parte di 90 pazienti che erano stati sottoposti a un intervento chirurgico .

I pazienti sono stati suddivisi in 3 gruppi : un gruppo A a cui sono stati fatti visionare dei video divertenti , un gruppo B a cui sono stati fatti visionare dei normali video e un gruppo di controllo C che non hanno visto alcun video.

Sono state compilate delle schede con dei punteggi di valutazione del dolore immediatamente prima la visione dei video ( il valore ricavato potrebbe essere definito “dolore di partenza” ) , immediatamente dopo la visione e a 30 minuti dal termine.

Nel gruppo che aveva visto i video divertenti la percezione del dolore è scesa sia immediatamente dopo la visione, che 30 minuti dopo , mentre nel gruppo che non era stato sottoposto a “terapia del sorriso” la percezione è aumentata.

9 Il sorriso combatte l’insonnia e la depressione

Uno studio pubblicato nel 2007 dalla rivista Geriatrics & Gerontology International ha indagato gli effetti positivi della terapia del sorriso su un campione di 109 individui over 65 , da Luglio a Settembre 2007 . I soggetti sono stati divisi in due gruppi : un gruppo di controllo di 61 persone e un “Laughter Therapy Group” ( gruppo terapia del sorriso o sorrisoterapia ).

La terapia del sorriso consisteva in 4 interventi mensili.  Ai due gruppi sono stati rilevati i seguenti parametri :

  • Indice di severità dell’insonnia ( ISI : Insomnia Severity Index )
  • Indice Pittsburgh di qualità del sonno ( PSQI : Pittsburgh Sleep Quality Index )
  • Scala di depressione geriatrica ( GDS : Geriatric Depression Scale )
  • MMSE : Mini-Mental State Examination , che è un test neuropsicologico per la valutazione dell’efficienza intellettiva e del deterioramento cognitivo in età geriatrica
  • Questionario di valutazione della qualità della vita : ( SF-36 Short-Form Health Survey-36 )

Di tutti questi parametri , la terapia del sorriso si è rivelata efficace soprattutto nell’insonnia e nella qualità del sonno ( ISI e PSQI ) e nella depressione ( GDS ) .

10 Il buonumore è un alleato della longevità

Una ricerca pubblicata nel 2016 sulla rivista Psychosomatic Medicine ha studiato 53.556  norvegesi per un periodo di 15 anni sottoponendoli a un questionario che ne stimasse il buonumore dal punto di vista cognitivo , sociale e affettivo .

I risultati hanno detto che gli individui che presentavano un punteggio più alto nella scala del buonumore avevano presentato , al termine dei 15 anni , un rischio inferiore di morte del 48% , indipendentemente dalle cause , un 73% in meno di probabilità di morire per malattie cardiovascolari e un 83% di probabilità in meno di morire per infezioni.

 

 

 

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