Esami in gravidanza: la lista di esami a cui sottoporsi durante la gravidanza settimana per settimana
E’ molto importante per voi donne incinte fare gli esami di gravidanza. Vi permettono di monitorare la crescita del bambino, capire se è in buona salute e ottenere informazioni preziose come per esempio il sesso oppure la data presunta del parto! Gli esami in gravidanza servono anche per monitorare il vostro stato di salute. La gravidanza in fin dei conti può portarsi dietro complicanze che è bene cogliere in tempo, come la pressione alta e il diabete gestazionale.
Alcuni degli esami in gravidanza di cui vi parliamo in questo articolo sono obbligatori e, se decidete di farli all’ospedale, sono gratuiti. Li pagate invece se desiderate rivolgervi al vostro ginecologo nel suo studio privato.
Altri esami da fare durante la gravidanza sono facoltativi e di solito è il medico che vi consiglia di farli in base alla vostra personale storia clinica. Ricordatevi sempre che dovete seguire i suoi consigli professionali ma se avete qualche dubbio, siete nel pieno diritto di rivolgergli tutte le vostre domande! Vediamo adesso, settimana per settimana, quali sono gli esami in gravidanza che dovete fare.
Sommario:
Esame Beta Hcg
L’esame Beta Hcg dovete farlo subito dopo il test di gravidanza, se questo è risultato positivo. Potete all’occorrenza farlo anche per sostituire il test stesso. La maggior parte delle donne sceglie di farlo per avere conferma ma di solito comunque è il ginecologo a prescriverlo.
In situazioni particolari, come per esempio la donna che ha già avuto diversi aborti oppure quella che si sta sottoponendo alla fecondazione assistita, è consigliato farlo già 6 o 7 giorni dopo il presunto concepimento così da monitorare la gravidanza dall’inizio. L’esame Beta Hcg è molto sensibile all’ormone della gravidanza.
Prima ecografia
La prima ecografia si svolge tra la settimana 6 la 11. Verso la fine però è meglio perché si ha la possibilità di vedere meglio il cuore che batte. Viene ancora fatta per via transvaginale perché l’utero non è cresciuto ancora abbastanza per essere visto con l’ecografia esterna sulla pancia. In questa ecografia si vede qual è l’età gestazionale del bambino ed è calcolata quindi la data presunta del parto.
Test di translucenza nucleare
L’esame di translucenza nucleare viene fatto tra la settimana 10 e la 14. Lo scopo di questo test è quello di valutare quali sono le percentuali che il feto vada incontro ad eventuali malformazioni, in particolar modo la sindrome di Down. Viene fatto insieme all’ecografia. Ricordatevi che non si tratta di un esame diagnostico ma evidenzia solo le probabilità, quindi non significa che il bambino è affetto da anomalie cromosomiche.
Esame dell’alfafetoproteina
Questo esame, chiamato controllo dell’alfafetoproteina, è l’esame che controlla questo valore nella mamma attraverso un esame del sangue. Quando il valore è troppo alto potrebbe indicare che ci sono malformazioni che riguardano il tubo neurale oppure la sindrome di Down. Viene effettuata tra la settimana 14 e la 16.
Esame bi-test e tri-test
Cosa sono il bi test e il tri test? Il bi-test è il dosaggio della beta HCG e della PAPP-A, cioè la Proteina A Associata alla Gravidanza, la quale viene prodotta dalla placenta tra la settimana 8 e 9. Viene esaminata dal sangue materno effettuando un normalissimo esame del sangue. Quando il livello di questa proteina è bassa, c’è un maggior rischio che il bambino sia affetto da sindrome di Down.
C’è poi il tri-test, altro semplice esame del sangue nel quale vengono controllati la beta HCG, l’estriolo e l’alfafetoproteina. Quest’ultima proteina viene prodotta dal fegato e dalle cellule che compongono l’intestino fetale. Si trova sia nel sangue della mamma, del feto e all’interno del liquido amniotico. Fino alla 32esima settimana questo valore è in crescita, per poi diminuire fino al momento del parto. Serve a calcolare le probabilità che il bambino sia affetto da sindrome di Down. Spesso viene preferito il bi-test al tri-test. Vengono fatti tra la settimana 15 e 17.
Amniocentesi e villocentesi
L’amniocentesi è uno dei test più noti, insieme alla villocentesi. Non sono test obbligatori e molte donne ne sono spaventate perché invasivi. Sono tuttavia molto utili, vengono svolte tra la 15esima e la 18esima settimana di gravidanza e servono per capire in poco tempo se ci sono eventuali anomalie del feto a livello cromosomico. Questo esame viene eseguito attraverso un prelievo transaddominale del liquido amniotico. Permette di capire se ci sono problemi cromosomici come la trisomia 21, le malattie ereditarie del feto quelle che interessano il sistema nervoso.
Qualora risulti un’anomalia a questo livello, i genitori con il supporto dei medici possono decidere cosa fare, se portare avanti la gravidanza oppure ricorrere all’aborto.
L’amniocentesi non è un esame obbligatorio ma ci sono particolari casi in cui è caldamente consigliato dal medico, proprio per analizzare la “carta d’identità” cromosomica del feto. Viene consigliato per esempio alle donne con più di 35 anni di età, quando c’è il rischio di malattie ereditarie.
Anche la villocentesi, cioè il prelievo dei villi coriali, non è obbligatorio. Viene aspirata una piccola componente della placenta. Il prelievo permette di capire se ci sono malattie genetiche o cromosomiche. Tutto questo entro i primi tre mesi. Viene fatto tra la settimana 11 e 13 ed è proposto analogamnte all’amniocentesi a donne considerate a rischio.
Esame cordocentosi
Durante la cordocentosi viene effettuato un piccolo prelievo del sangue fetale, con lo scopo di diagnosticare le infezioni del feto o ancora, andare ad analizzare altre anomalie cromosomiche che sono riscontrate nell’amniocentesi o qualora sono state evidenziate durante l’ecografia delle malformazioni. Viene fatto tra la settimana 18 e 20.
Ecografia ad alta risoluzione
L’ecografia ad alta risoluzione, conosciuta anche come ecografia di II livello, viene fatta grazie a delle onde sonore e permette di ottenere una bella immagine del feto. Viene fatta all’incirca verso la ventesima settimana.
Test di O’Sullivan
Tra gli esami in gravidanza da fare c’è il test di O’Sullivan, viene misurata la curva e la minicurva glicemica. Viene fatta eventualmente per valutare qual è lo stato del diabete gestazionale. Eseguita indicativamente tra le settimane 24 e 28. Una malattia che deve essere tenuta sotto controllo, perché altrimenti il bambino potrebbe crescere più del dovuto, con il rischio di parto difficile ed emorragie post partum per la mamma. Al bambino può provocare sofferenze fetali, ma anche rischio di ipoglicemia e un cattivo adattamento metabolico. Tra le altre cose il bambino crescendo rischia di soffrire di ipertensione, obesità e diabete.
Ultimi esami del terzo trimestre
Raggruppo qui velocemente gli ultimi esami del terzo trimestre. Tra le settimane 28 e 37 viene fatta una nuova ecografia mentre alla trentacinquesima settimana, il tampone vagino-rettale. In quella che dovrebbe essere la settimana del parto invece, viene fatto un monitoraggio del battito cardiaco fetale.
Tutti gli esami da fare in modo ricorrente nel corso della gravidanza
Ho deciso di parlarne a fine articolo perché questi esami devono essere svolti in modo più o meno frequente durante i nove mesi di gravidanza. Alcuni vanno fatti ogni trimestre, altri ogni mese e altri ancora, ad ogni visita dal ginecologo.
Esame delle urine
L’esame delle urine è uno dei test più comuni in gravidanza e deve essere fatto ogni tre mesi. Il suo compito è quello di riconoscere per tempo eventuali infezioni delle vie urinaie. Serve per riconoscere le forme di cistite, causate da e. Coli, asintomatiche. Se non trattata può provocare serie infezioni ai reni. Può provocare anche aborto o parto prematuro.
Esame del sangue in gravidanza
I motivi per cui vengono fatti gli esami del sangue in gravidanza sono tanti. A inizio gravidanza permette di diagnosticare il tempo un’anemia e il diabete gestazionale. Serve per capire se la mamma in passato ha avuto la rosolia. Ma anche per vedere se ha una qualche forma di epatite l’AIDS, per effettuare il controllo della toxoplasmosi… La toxoplasmosi è molto diffusa, spesso non ci accorgiamo nemmeno di averla già contratta. Nella maggior parte dei casi infatti non da sintomi. Se contratta in gravidanza però, può causare seri problemi al bambino. Può causare danni neurologici e cecità. Deve essere fatto uno a trimestre.
Test di Coombs
Deve essere fatto ogni mese se avete il fattore RH negativo. Serve per determinare la compatibilità sanguigna vostra con quella di vostro figlio.
Ecografia morfologica
L’ecografia morfologica è un esame molto importante da fare in gravidanza perché permette di verificare attentamente la morfologia del feto così da escludere eventuali malformazioni. Se il ginecologo lo richiede, potrebbe occorrere farne una a trimestre.
Piccoli controlli di routine
Tra i normali controlli di routine durante la gravidanza c’è quello del peso, per vedere se sta aumentando in modo regolare e non spropositato. Il medico fa il controllo in tutte le visite ma vi fornisce anche alcune indicazioni di base per valutare voi stesse a casa, se state aumentando correttamente. Effettua poi il controllo della pressione arteriosa così da capire se ci sono o meno alterazioni. Anche questa viene fatta in tutte le visite ginecologiche.
Riassumiamo quali sono gli esami in gravidanza
Cerchiamo di riassumere quindi quali sono gli esami in gravidanza. C’è la prima ecografia e tutti quanti i test generici che devono essere fatti per monitorare l’avanzare della gravidanza. Urine, sangue, controllo del peso e della pressione.
Gli esami importanti per individuare malformazioni sono la translucenza nucleare e il bi-test- Ci sono poi l’amniocentesi e la villocentesi per ottenere risposte molto accurate e infine, l’ecografia morfologica per riconoscere qualsiasi malformazione attraverso la misurazione e l’analisi.
Le tre ecografie trimestrali sono gratuite se vi rivolgete alle strutture pubbliche. Se andate in quelle private sono a carico vostro. La morfoloica e l’amniocentesi sono gratuite invece per le donne che hanno più di 35 anni.
Il ginecologo poi, può decidere di prescrivere ulteriori indagini come quella della creatininemia, indica se c’è un mal funzionamento dei reni. Il test del cytomegalovirus invece può provocare malformazioni fetali. Quando nel primo trimestre ci sono già gli anticorpi IgG signifca che la mamma è immune perché il virus lo ha già contratto. Se invece ci sono gli IgM vuol dire che l’ha contratto o prima o durante la dolce attesa. Occorre procedere con altre analisi. Quando gli anticorpi non ci sono, il dottore può decidere di far ripetere il test più volte per diagnosticare in tempo nuove infezioni.
Infine non dimentichiamoci della salmonellosi. Quando viene contratta in gravidanza, le salmonelle non possono infettare il feto quindi non ci sono rischi che causi malformazioni. Tuttavia possono essere trasmette al bambino durante il parto, causando febbre e disidratazione.