L’intolleranza al lattosio rappresenta l’incapacità di digerire in modo corretto tale zucchero contenuto all’interno del latte. Si tratta di un disturbo sempre più frequente, tanto da interessare circa il 40% della popolazione italiana ed è causato in buona sostanza, dalla carenza dell’enzima lattasi a cui si deve la scissione del lattosio in forme di zucchero più semplici, facilmente assorbibili dall’organismo attraverso il flusso sanguigno.
In conseguenza a livelli bassi di lattasi nell’intestino, l’intolleranza al lattosio si manifesta sotto forma di problemi riguardanti l’apparato gastrointestinale.
Sommario:
Cause dell’intolleranza al lattosio
La principale causa di intolleranza al lattosio si riscontra a livello dell’intestino tenue, porzione dell’intestino in cui ha luogo una delle parti centrali del processo digestivo e dell’assorbimento dei nutrienti.
È proprio l’intestino tenue l’organo deposto alla produzione del lattasi, l’enzima a cui si deve la scissione del lattosio nelle due forme di zucchero semplice che lo costituiscono, il glucosio e il galattosio, molto più facili da assimilare.
I problemi legati al malassorbimento del disaccaride del latte, hanno origine nel caso in cui il lattasi dovesse risultare carente o addirittura, del tutto assente. Infatti, venendo meno il meccanismo digestivo del lattosio, questo va a depositarsi nei tratti intestinali finendo per fermentare e causare disagi di varia natura.
Tuttavia, va sottolineata l’esistenza di diversi livelli di gravità dell’intolleranza al lattosio, in funzione di quanto possa essere reversibile o ripristinabile, il normale processo di formazione dell’enzima lattasi. In altre parole, alcune delle persone con questo disturbo potrebbero comunque consumare piccole dosi di lattosio, senza andare incontro a conseguenze spiacevoli per la propria salute.
Intolleranza al lattosio: sintomi
Nei soggetti intolleranti al lattosio i sintomi del malassorbimento della sostanza tendono a manifestarsi, generalmente, in un intervallo di tempo che varia dai primi trenta minuti alle due ore successive il consumo di bevande e/o alimenti contenenti lattosio.
La principale sintomatologia consiste in:
- Diarrea;
- Dolori addominali e crampi;
- Flatulenza;
- Gonfiore e sensazione di pienezza;
- Gorgoglio intestinale;
- Mal di testa;
- Meteorismo e gas intestinale;
- Nausea;
- Stitichezza;
Quali esami fare per scoprire l’intolleranza?
Un esame largamente adoperato al fine di verificare un’eventuale intolleranza al lattosio è il breath test o test del respiro. Si tratta di un’indagine per nulla invasiva consistente nell’analizzare l’aria espirata dall’individuo prima e dopo che abbia consumato un’opportuna dose di lattosio.
La mancata digestione del disaccaride infatti, comporta l’insorgenza di un’eccessiva produzione di idrogeno a seguito della fermentazione dello zucchero nei lumi intestinali. Se nel campione di aria dovessero dunque risultare dosi consistenti di idrogeno, ecco che verrebbe comprovata la presenza dell’intolleranza. Per valutare se vi sia un’origine rintracciabile nella genetica o una predisposizione familiare, occorrerebbe inoltre, sottoporsi ad un test genetico.
Cosa non mangiare se si è intolleranti al lattosio
Come intuibile che sia, nel caso di intolleranza al lattosio è doveroso evitare alimenti contenenti tale zucchero del latte, come:
- Alcuni prodotti da forno;
- Burro;
- Cioccolata al latte;
- Creme;
- Formaggi freschi;
- Gelati;
- Latte vaccino, di capra e di altri animali.
- Pane al latte.
Nel caso di intolleranza meno grave, è invece possibile non rinunciare ad alcuni derivati del latte come i formaggi stagionati. In effetti, la stagionatura a cui sono sottoposti alcuni formaggi, quali ad esempio il grana e il parmigiano, comporta un abbassamento del livello di lattosio che pertanto risulterà quasi del tutto assente (a meno di una piccolissima percentuale) nel prodotto finale immesso sul mercato.
Va detto che consultare le etichette degli alimenti è fondamentale in caso di intolleranza: il lattosio infatti viene sovente impiegato come additivo in sughi, affettati, insaccati, dadi da brodo ed altri prodotti “insospettabili”. Leggere sempre in modo attento la lista degli ingredienti di cui si compone un prodotto che si intende comprare, è quindi importantissimo.
Si sottolinea, inoltre, la sempre più crescente produzione di alimenti delattosati, al fine di poter essere consumati anche dai soggetti con intolleranza al lattosio, e di prodotti caseari contenenti il Lactobacillus acidophilus, un organismo batterico in grado di digerire questo disaccaride del latte.