mercoledì, Dicembre 11 2024

Lo strappo muscolare al polpaccio è una condizione che può colpire chiunque, non solo gli sportivi o chi si allena ogni giorno con una corsetta.

I muscoli del polpaccio sono molto importanti perché supportano il nostro corpo durante la camminata, impedendoci di cadere. In caso di strappo muscolare, i sintomi possono essere molto intensi e i tempi di recupero dipendono dalla gravità dell’infortunio.

Anatomia dei muscoli del polpaccio

Il polpaccio è costituito da due muscoli principali: il gastrocnemio, che è il muscolo più grande e visibile, e il soleo, che si trova sotto al gastrocnemio. Entrambi i muscoli si uniscono per formare il tendine di Achille, che si attacca all’osso del tallone.

Il muscolo gastrocnemio è particolarmente vulnerabile agli strappi a causa della sua posizione e funzione. È infatti responsabile della flessione del piede e del ginocchio, due movimenti fondamentali nella corsa e nel salto.

Da qui l’importanza di un corretto allenamento e riscaldamento prima di svolgere attività fisiche intense, proprio al fine di prevenire strappi muscolari.

Cause dello strappo

Lo strappo muscolare è la lesione più grave subito dopo la distrazione muscolare, lo stiramento e la contrattura. È causata dalla sollecitazione eccessiva dei muscoli in seguito a una contrazione brusca, un movimento improvviso o scorretto, che va oltre il grado fisiologico di tensione che il muscolo riesce a sopportare. Lo strappo si verifica quando le fibre muscolari si rompono o si allungano eccessivamente.

Chi pratica sport, anche a livello agonistico, è più esposto a questo tipo di infortunio, tra le altre cause:

  • Affaticamento muscolare
  • Riscaldamento (Stretching) inadeguato
  • Movimenti bruschi
  • Temperature troppo basse che provocano rigidità dei muscoli
  • Traumi diretti sul muscolo interessato
  • Corsa, camminata o attività fisiche su terreno irregolare
  • Scarpe inadeguate
  • Obesità
  • Mancanza di flessibilità dovuta all’età
  • Posture scorrette mantenute a lungo

Strappo polpaccio: sintomi

I sintomi dello strappo muscolare del polpaccio possono variare a seconda della gravità dell’infortunio. In generale, però, è possibile riconoscere alcuni segni tipici. Il primo è un dolore acuto e improvviso nella zona del polpaccio, spesso descritto come una sensazione di “colpo di frusta” o come se qualcosa avesse colpito la gamba.

Inoltre, è possibile notare gonfiore e avere difficoltà a muovere la gamba, in particolare a camminare o a correre. In alcuni casi, potrebbe anche formarsi un ematoma, dovuto alla rottura dei vasi sanguigni.

Rimedi e trattamenti in caso di strappo al polpaccio

Se si sospetta di avere uno strappo al polpaccio, la prima cosa da fare è sospendere qualsiasi attività e stare a riposo.

È importante riuscire a camminare senza zoppicare, quindi, bisogna dare il tempo al tessuto cicatriziale di formarsi, ed evitare lesioni peggiori ai muscoli.

La diagnosi comprende una visita specialistica e alcuni esami strumentali come la TAC o la risonanza magnetica.

In fase acuta

Nella fase acuta bisogna stare a riposo, applicare più volte impacchi di ghiaccio, compressione e tenere l’arto sollevato. Il riposo è necessario per evitare altre lesioni e velocizzare il processo di guarigione.

L’impacco di ghiaccio va tenuto per 20 minuti per 4 volte al giorno, ed è necessario per ridurre l’edema e il gonfiore. Il bendaggio compressivo può essere fatto con calze elastiche o tutori appositi per il polpaccio, mentre tenere l’arto sollevato evita ristagni di sangue.

Trattare dolore e infiammazione

Il dolore e l’infiammazione possono essere trattati con antidolorifici e antinfiammatori non steroidei (FANS), disponibili sia in compresse, capsule e bustine, che in creme, gel, pomate e cerotti.

Grado e gravità della lesione

Se lo strappo al polpaccio ha provocato una lesione di I grado, solitamente, questa si risolve da sola in un paio di settimane, durante le quali si deve osservare riposo.

Le lesioni di II grado, invece, hanno tempi di recupero di circa 30/45 giorni; mentre le lesioni di III grado, richiedono tempistiche di ripresa molto più lunghe.

Inoltre, per lesioni molto gravi, potrebbe essere necessario seguire un programma di fisioterapia riabilitativa, che includa alcuni trattamenti come la laserterapia e il massaggio, oppure in alcuni casi, un intervento chirurgico.

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