La dieta mediterranea e il portafoglio : come mangiar bene, spendendo poco
Spesso non serve andare troppo lontano per cercare alimenti e stili di vita salutari. Quinoa, tofu, curcuma, bacche di Goji e soia, ad esempio, sono certamente degli ottimi ingredienti, dalle sicuramente innate proprietà benefiche per il nostro corpo, ma spesso, considerando che non appartengono alle nostre terre, rischiano di avere un prezzo quasi proibitivo a causa degli elevati costi di trasporto. Costi che , in un’ottica ambientale a cui dovremmo sempre più tenere conto in futuro , implicano anche maggiori oneri per l’ambiente.
E’ vero che già nel XIX secolo il filosofo tedesco Feuerbach affermava che “l’uomo è ciò che mangia”, ma è davvero necessario salassare il nostro portafoglio per poter avere alimenti utili al nostro organismo?
Sommario:
La dieta mediterranea : l’avete mai considerata dal punto di vista economico ?
La risposta a questo quesito arriva dai paesi del bacino del Mediterraneo, specialmente Italia e Grecia, che durante il secondo dopoguerra furono fatti oggetto di un interessante studio da parte dell’epidemiologo e fisiologo statunitense Ancel Keys che nel suo saggio Eat Well & Stay Well (Mangiar bene e Stare bene) del 1959 ha teorizzato come la dieta diffusa tra le classi contadine meno abbienti di questi paesi , tra attività fisica e pasti frugali caratterizzati da una predominanza di prodotti vegetali e ittici (a discapito di quelli di origine animale), favorisse un’aspettativa di vita fra le più alte registrate durante lo studio (condotto in varie parti del mondo).
L’implicazione della definizione di Dieta Mediterranea è stata a lungo discussa, considerando il gran numero di genti che vivono lungo le coste del Mare Nostrum (come i Romani chiamavano il Mediterraneo) dalle abitudini, anche alimentari, spesso totalmente diverse. Il punto comune tra molte società si è identificato nell’olio d’oliva come principale fonte di grasso. Per questo la Dieta Mediterranea è stata estesa a tutti quei paesi che sono coltivatori di olive e non solo a quei paesi del sud Italia e della Grecia che hanno avuto il miglior riscontro in termini di longevità e carenza di malattie quali cardiopatie ischemiche e vari tipi di tumore.
Le evidenze mediche sulla conduzione di questo stile di vita e di alimentazione hanno fatto sì che l’UNESCO inserisse nel 2010 la dieta mediterranea tra i patrimoni culturali immateriali dell’umanità di Italia, Grecia, Spagna e Marocco, estendendola poi nel 2013 anche a Portogallo, Cipro e Croazia. Con l’andare avanti delle ricerche mediche si è visto che anche altre parti del mondo famose per la longevità e la salute dei suoi abitanti seguono una specie di dieta mediterranea, ovviamente adattandola con i frutti della loro terra.
Come seguire la dieta mediterranea
Contrariamente a quanto si possa pensare, seguire questo stile di vita non implica una spesa eccessiva per la persona: basta stare attenti alle promozioni in atto (raccolte in siti come Kupino, su cui è possibile monitorare anche dal proprio cellulare tutti i volantini delle principali catene di distribuzione), seguire la stagionalità degli alimenti ed il gioco è fatto.
Al livello pratico, la dieta mediterranea è uno stile di vita che prevede molta attività fisica, unita a tre o quattro pasti principali da fare nel corso della giornata. Nello specifico si consiglia l’assunzione di una gran quantità quotidiana di frutta, verdura e cereali (soprattutto non raffinati), da integrare durante la settimana con carni bianche, pesce, uova, patate e legumi.
Il consumo di carne rossa è piuttosto scarso nella dieta mediterranea e questo rispecchia ampiamente lo studio di Ancel Keys : nel 1959 si era ancora nel secondo dopoguerra e le avvisaglie del boom econonomico che ci avrebbe portati alla società del benessere erano ancora all’orizzonte. Era quindi impensabile che gli strati meno abbienti della popolazione consumassero carne rossa ogni giorno.
Per aderire alla dieta mediterranea , quindi , la carne rossa va consumata raramente nel corso del mese, così come il vino, preferibilmente vino rosso per il suo contenuto di polifenoli : è consigliato massimo un bicchiere al giorno per le donne e due bicchieri al giorno per gli uomini ( uno a pasto ) .
Se vi stuzzica l’idea di cimentarvi con questo stile di vita o volete valutare l’aderenza della vostra dieta rispetto a quella mediterranea, potete scaricare il Mediterranean Diet Serving Score (o Misuratore dell’Aderenza alla Dieta Mediterranea): si tratta di uno schema che assegna un preciso punteggio al rispetto delle quantità di ogni classe alimentare, secondo quello che è lo schema della dieta mediterranea. Volete provare?