La gravidanza extrauterina è per molte donne che si sono trovate ad affrontarla, è un trauma. In pratica l’embrione si impianta in una sede diversa dalla cavità uterina. Ci sono donne che sanno di essere incinte e ricevono la notizia e altre che invece non lo sanno ancora e devono affrontare un intervento.
Secondo le statistiche, interessa circa 1-2% delle gravidanze. Il rischio aumenta in base a vari fattori e uno di questi è l’età avanzata, accompagnato dalla fecondazione assistita (con rischio del 4%).
Si parla di gravidanza extrauterina perché l’embrione si impianta fuori dall’utero, la dove normalmente avviene il concepimento. Si tratta di una situazione da non prendere sotto gamba perché l’impianto dell’embrione non all’interno della tuba ma sulla sua parete, porta alla lacerazione della tuba stessa e l’emorragia che ne consegue può essere potenzialmente letale. La gravidanza ectopica o extrauterina avviene quasi sempre sulle pareti delle tube. Alcune volte può invece accadere nelle ovaie, nell’addome o nel collo dell’utero.
Sono rarissimi i casi in cui la gravidanza ectopica viene riconosciuta in uno stadio avanzato della gravidanza. Altrettanto i rari i casi in cui vi è una gravidanza nella quale un embrione si impianta nell’utero e l’altro nella tuba.
Sommario:
Cause della gravidanza extrauterina
Le cause non sempre sono note e il medico potrebbe non identificarle. Alcune volte invece può dipendere da un problema già esistente alle tube, come la legatura delle tube, l’endometriosi, malattie sessuali, spirale…
Tra i fattori di rischio più comuni c’è la precedente esperienza di altre gravidanze extrauterine. In questo caso aumenta al 10% la possibilità. C’è la malattia infiammatoria pelvica, interventi passati alle tube, fecondazione assistita, spirale intrauterina che non riesce a bloccare il concepimento e quando la madre ha più di 35 anni.
Sintomi della gravidanza extrauterina
Alcune donne non sperimentano sintomi all’inizio e si rendono conto della situazione solo durante la diagnosi di routine. Tante donne invece, sperimentano i sintomi tra il 1 e il 3 mese di gravidanza. Si presenta come perdita di sangue dalla vagina (con il rischio di scambiarle per mestruazioni), dolore addominale, dolore alla spalla, problemi durante la minzione e l’evacuazione… Con un po’ di attenzione comunque è possibile accorgersi della differenza tra la mestruazione e il sanguinamento da gravidanza extrauterina.
Questo tipo di sangue compare in fasi alterne, è marrone scuro e acquoso. Se una donna sa di essere incinta riconosce tutto questo come un campanello d’allarme. Se la donna non lo sa invece, potrebbe ritenere che tale sintomo è dato da uno squilibrio ormonale, specialmente se già si trova in un forte periodo di stress. Il rischio è quello di ritardare la diagnosi.
Il sanguinamento in gravidanza non sta assolutamente a significare solo la gravidanza extrauterina. Ci sono tanti altri significati e non sempre sono pericolosi. Senza saltare a conclusioni affrettate, rivolgetevi al vostro ginecologo così da fare analisi approfondite.
Il dolore addominale invece colpisce di solito da un lato solo, può essere graduale o improvviso. Le cause possono essere tante, anche la sola aria intestinale. Se sapete di essere incinte è bene comunque che facciate un controllo medico, anche se il dolore si attenua.
Infine c’è il dolore alla spalla, il quale sembra che dipenda dall’irritazione del diaframma per via del sangue nell’addome.
Questi sono i sintomi precoci, quelli che permettono di avere una prognosi quasi sempre molto positiva. Se invece la diagnosi non è veloce, il rischio è che si rompa la tuba per via dell’embrione cresciuto. Questa è un’emergenza medica e richiede tempestivo intervento. I sintomi sono dolore improvviso e molto forte alla pancia, senso di vertigini o svenimento, pallore, malessere intenso.
Come avviene la diagnosi?
Se fino a qualche anno fa era difficile diagnosticarla, oggi le cose per fortuna sono nettamente migliorare ed è possibile individuare la gravidanza extrauterina prima che si rompa la tuba, la quale come dicevamo è un’emergenza medica perché mette a rischio la vita della gestante.
Sono vari i test usati per la diagnosi. Viene misurato il livello di HCG, la laparoscopia, l’ecografia e la dilatazione e raschiamento.
La misurazione della beta HCG viene fatta proprio per confermare una gravidanza. I livelli ematici di questo ormone prodotto dalla placenta, in una gravidanza normale, raddoppiano nelle prime fasi di gravidanza ogni 48 ore, fino a quando non sono raggiunti valori di 10000-20000 mlU/mL. Quando non c’è questo aumento potrebbe indicare appunto una gravidanza non fisiologica. Quando la gravidanza è extrauterina, l’HCG aumenta molto più lentamente.
C’è poi l’ecografia transvaginale che è la diagnosi più attendibile di solito perché viene visualizzato l’impianto nelle tube oppure, non viene visto un impianto uterino nonostante le analisi di HCG mostrino valori elevati. Durante l’ecografia potrebbe essere notato il sangue dovuto da un’emorragia. Alcune volte però questo metodo diagnostico non è sufficiente e occorre quindi effettuare una laparoscopia.
La laparoscopia alcune volte può anche essere la cura. Viene fatto in anestesia totale. Il laparoscopio viene fatto passare da una piccola ferita vicino all’ombelico nella cavità addominale. Alcune volte riesce già a rimuovere il feto.
Quali sono i pericolo di una gravidanza extrauterina?
La gravidanza extrauterina se diagnosticata nelle prime fasi, di solito ha una prognosi buona per la mamma. E’ molto raro invece salvare l’embrione. Tuttavia una prima gravidanza ectopica aumenta il rischio che anche la seconda sia tale e anche aumenta il rischio di infertilità. E’ comunque sempre possibile ricorrere alla fecondazione assistita. Ciò comunque non significa che la donna che ha avuto una gravidanza extrauterina non possa concepire naturalmente. Una donna che invece ha avuto una gravidanza extrauterina dopo averne portata un’altra a termine ha l’80% di possibilità di portare avanti una prossima gravidanza.
Se invece la gravidanza extrauterina non è riconosciuta in tempo, deve essere trattata come un’emergenza medica e la vita della paziente può essere a rischio.
Gravidanza extrauterina: cosa fare? Cura e terapia.
Oggi come oggi non è possibile salvare il feto, trapiantandolo dalla tuba all’utero. Ma è necessario procedere con la sua rimozione per la salute della madre, anche se spesso potrebbe verificarsi l’aborto spontaneo. La terapia inizia con una attesa vigile. Questo perché la situazione potrebbe evolversi in modo naturale, con un aborto spontaneo. Se ciò non avviene è possibile procedere con l’aborto farmacologico quando non ci sono sintomi, se il diametro della gravidanza è ridotto, se non c’è sanguinamento o attività cardiaco del feto oppure, se la tuba è integra.
Di solito il farmaco che viene prescritto è il metotrexato. Distrugge i tessuti ed è l’organismo a riassorbirli. Spesso riesce a lasciare aperte le tube. Di solito è sufficiente una sola iniezione ma, in uno stadio più avanzato della gravidanza, potrebbero occorrere dosi multiple.
Nel periodo breve gli effetti collaterali sono dolore addominale, vertigini, diarrea, nausea, malessere e fotosensibilità. Dal termine della terapia occorre astenersi per tre mesi dal sesso non protetto perché l’effetto su altre eventuali gravidanze future potrebbe essere molto grave.
Infine c’è la chirurgia. La terapia chirurgica è spesso l’unica soluzione per estrarre il feto prima che diventi troppo grande.