Tra le malattie della gravidanza, la toxoplasmosi è una di quelle che incute più timore nelle future mamme. Nell’articolo di oggi vediamo cos’è la toxoplasmosi, quali sono i mezzi di contagio, i sintomi, le cure e i rischi per il feto.
A provocarla è il toxoplasma gondii, un protozoo. Si tratta di una delle malattie più comuni. Secondo alcune statistiche, solo negli Stati Uniti 60 milioni di persone lo hanno contratto ma la maggior parte di loro non si sono resi conto di niente. La toxoplasmosi spesso è asintomatica o ha sintomi talmente comuni per essere scambiata per esempio con una normale influenza.
La toxoplasmosi di solito non causa problemi nella persona che la contrae. E’ la toxoplasmosi in gravidanza invece a destare preoccupazione, così come in chi ha un sistema immunitario depresso.
Sommario:
Toxoplasmosi in gravidanza: come si contrae
La toxoplasmosi in gravidanza si contrae come in qualsiasi altro periodo della vita. Solo che durante la gestazione può provocare conseguenze anche gravi. Questo microscopico parassita vive nelle cellule di animali e uomini, in particolar modo viene contratta dal gatto.
Qui molte donne che hanno un gatto in casa subito si spaventano pensando che il proprio micio possa trasmetterli il toxoplasma gonfii. In realtà non è lui il principale responsabile. Se il nostro micio vive in appartamento, non mangia carne cruda o salumi ma solo cibo industriale, è davvero difficile che possa trasmetterci la toxoplasmosi.
Non solo. Il gatto non ci trasmette la toxoplasmosi accarezzandolo. Sono le sue feci quelle infette dalle uova. Perciò semplicemente basta non pensare alla pulizia della lettiera ma lasciare che sia qualcun altro a farl per voi. In ogni caso basta pulirla con dei guanti o giornalmente. Le uova possono trasmettere la malattia solo da 1 a 5 giorni da quando le feci sono state emesse. Chi è particolarmente apprensiva o magari ha il gatto da poco e non può sapere effettivamente cosa mangiava prima, può rivolgersi al veterinario che farà gli esami opportuni per sapere o meno se il gatto ha la toxoplasmosi.
Per il resto, se si seguono le normali norme igieniche con il nostro felino, le probabilità sono trascurabili. Dobbiamo fare invece attenzione ai gatti altrui e quelli randagi perché non possiamo sapere effettivamente se sono in salute.
Il gatto non è l’unico veicolo di contagio. Il protozoo può entrare in noi anche attraverso la carne cruda o non cotta bene. Se mangiamo la frutta e la verdura non lavata.
C’è poi il contagio da persona a persona. Può essere rimanendo in tema di gravidanza, congenito, cioè quando il bambino viene infettato prima della nascita.
I sintomi della toxoplasmosi
Si tratta di una malattia spesso asintomatica. Per questo motivo il medico consiglia alla gestante di effettuare gli analisi di controllo per capire se ha contratto o meno la toxoplasmosi. Esami che andranno poi ripetuti regolarmente. In un paziente sano la toxoplasmosi non ha particolari conseguenze, di solito è asintomatica. Possono gonfiarsi un po’ le ghiandole del collo.
Quando invece il sistema immunitario è indebolito, come nel caso dei malati di AIDS, di cancro o prendono determinati farmaci, i sintomi sono più importanti. Potrebbe infatti scatenare un’encefalite toxoplasmica con febbre, attacchi, emicrania, psicosi, problemi alla vista…
I sintomi comunque si possono manifestare anche settimane o mesi dopo che è avvenuto il contatto con il protozoo. Una volta che la toxoplasmosi è stata contratta, il microrganismo resterà a vita nell’organismo in forma latente, senza sintomi.
Toxoplasmosi in gravidanza, pericoli
Diciamo subito che è molto raro che una donna che in passato, magari molto prima di rimanere incinta, ha contratto la toxoplasmosi possa trasmettere al feto l’infezione. Questo perché entrambi sono immuni. Il rischio vi è quando il protozoo viene contratto in gravidanza. I rischi peggiori vi sono se è contratta durante il primo trimestre.
La toxoplasmosi contratta in gravidanza, se non curata, ha maggiori possibilità di essere trasmessa al feto, in particolar modo durante il primo trimestre i sintomi che si possono manifestare sono più gravi. Il 90% delle toxoplasmosi congenite non manifestano sintomi appena nati e nella prima infazia. I primi segni possono comparire anche anni dopo.
I danni e i sintomi possono essere diversi. Tra i danni più importanti troviamoanemia, fegato o milza ingrossata, danni al sistema nervoso come epilessia, problemi a livello del tono muscolare, problemi ad alimentarsi, ritardo mentale, perdita dell’udito e problemi alla vista. Quest’ultimo è uno dei rischi più ricorrenti.
Diagnosi e cura
E’ possibile diagnosticare la toxoplasmosi attraverso le esami del sangue, del liquido amniotico, del liquido spinale, della placenta, del midollo osseo o altri tessuti.
Per quanto riguarda la cura, curando la madre si riduce anche la gravità della malattia nel bambino, ma non è detto che sia effettivamente possibile prevenirla. I bambini nati con toxoplasmosi congenita possono essere curati nel primo con i giusti farmaci.
Il medico comunque non appena scopre che la paziente è incinta li prescrive le analisi sia per la toxoplasmosi che per altre malattie. Esami che andranno ripetuti regolarmente durante il resto della gravidanza.
Come prevenire la toxoplasmosi in gravidanza
La toxoplasmosi è molto meglio prevenirla che curarla se la si prende durante la gravidanza. La donna incinta che scopre di non essere mai entrata in contatto con il virus deve adottare alcune misure cautelative per non prenderla proprio durante la dolce attesa.
Chi ha un gatto in casa non deve chiaramente allontanarlo. Se è domestico e non esce mai basta non pulire la sua lettiera ma farlo fare a qualcun altro. Ricordiamoci comunque che se mangia carne ben cotta o comunque prodotti industriali non dovrebbe averla. E’ possibile capire se il gatto ha la toxoplasmosi con una semplice analisi del sangue del veterinario.
A tavola la carne deve essere ben cotta, la frutta va lavata con cura e va tolta la buccia e le verdure vanno cotte. Tutti gli utensili di casa e i ripiani di cucina vanno puliti con molta cura dopo ogni uso.
Le mani devono essere lavate molto bene dopo aver maneggiato qualsiasi cibo crudo e ricordiamoci di adottare le stesse precauzioni anche quando si mangia fuori o a casa da amici.