giovedì, Novembre 21 2024

Avrete sicuramente sentito parlare dell’olio di palma, sostanzialmente quello che si sa è che fa male alla salute ma che lo si trova troppo spesso nelle merendine, nei prodotti da forno e dolciari.

Ma quest’olio di palma da dove viene? Qual è la sua storia? E’ davvero cancerogeno? Perché fa male alla salute e che danni crea? In quali alimenti si trova? E soprattutto, perché è uno degli oli più utilizzati nell’industria alimentare? Cerchiamo di rispondere a tutte queste domande.

Olio di palma: origini e storia

L’olio di palma si ricava dal frutto della palma da olio (Elaeis guineensis, Elaeis oleifera e Attalea maripa); mentre dai semi si ricava l’olio di palmisto, entrambi sono degli oli vegetali saturi non idrogenati.

Si tratta di un olio che si è diffuso dai paesi dell’Africa occidentale dove veniva utilizzato come olio alimentare, furono alcuni mercanti europei a portarlo in Europa anche se con non poche difficoltà perché l’Africa era restia a commerciarlo. Quando si diffuse anche in occidente, i britannici lo utilizzavano per lubrificare le macchine e per farne saponette. Nel 1910 la palma da olio si diffuse in Malesia e le piantagioni venivano gestite in gran parte dagli scozzesi e dai britannici. Attualmente, la Malesia produce quasi il 40% dell’olio di palma d’importazione nel mondo. Nel 2007, l’olio di palma, diviene il secondo olio commestibile più diffuso, dopo esser diventato il principale ingrediente dei saponi, diviene anche un ingrediente alimentare e se fa anche uso come combustibile. Ad oggi, l’olio di palma è l’olio vegetale più usato al mondo.

Olio di palma: processo di lavorazione

Dai frutti della palma si ricava l’olio; inizialmente quest’olio è rossastro a causa dell’alto contenuto di beta-carotene, è solido a temperatura ambiente ed ora di violette, inoltre è dolciastro. Durante la raffinazione, i carotenoidi e gli antiossidanti vengono distrutti dalla bollitura che prevede anche sbiancatura e deodorazione, l’olio diventa quindi color giallo biancastro e ne rimangono solo i grassi saturi (quindi in origine non è dannoso). A questo punto è pronto per l’industria alimentare.

Dai semi della palma si ricava invece l’olio di palmisto: i semi vengono separati dal frutto, vengono essiccati e macinati quindi se ne ricava un prodotto dall’alto tasso di acido laurico, di colore biancastro giallo, che viene fuso ed utilizzato nella preparazione industriale di dolci, glasse etc… ed è più ricco di grassi saturi rispetto all’olio di palma.

Entrambi gli oli contengono:

  • Acidi grassi saturi;
  • Glicerolo;
  • Acido oleico monoinsaturo;
  • Acido Miristico;
  • Acido Laurico (solo l’olio di palmisto, grassi saturi);
  • Acido Caprilico;
  • Acido Caprico,
  • Acido Pentadecanoico;
  • Acido Palmitico (grassi saturi);
  • Acido Palmitoleico;
  • Acido Magarico;
  • Acido Stearico (grassi saturi);
  • Acido Oleico;
  • Acido Linoleico;
  • Acido α-Linolenico;
  • Acido Arachico.

Questi componenti determinano gli usi per cui l’olio di palma, semi o frutti, viene impiegato come:

  • cosmesi (acido laurico e miristico per i tensioattivi);
  • industria alimentare (dolciaria in particolare);
  • saponificazione;
  • detersivi;
  • lubrificanti per macchinari;
  • combustibile;
  • produzione di mangimi.

Come lo si riconosce fra gli ingredienti di un cosmetico?

Leggendo l’INCI dobbiamo cercare: ELAEIS GUINEENSIS OIL e ELAEIS GUINEENSIS KERNEL OIL o ELAEIS GUINEENSIS BUTTER (stearine), se li troviamo vuol dire che l’olio di palma raffinato è presente in quel detergente/sapone/cosmetico/shampoo.

Olio di palma: è dannoso per l’ambiente?

Prima di approfondire l’argomento che ci riguarda, segniamo una nota anche sull’impatto ambientale dell’olio di palma. In verità si tratta di una fonte di energia rinnovabile, in particolare come carburante. Il problema sta nel fatto che occorre una maggiore produzione, che comporterebbe un notevole disboscamento, con anche esiti di una notevole emissione di carbonio. In alcune aree geografiche, prima di poter coltivare la palma da olio si è dovuto drenare il terreno e bruciare ettari di foresta con notevole impatto ambientale e sull’effetto serra, causando anche la scomparsa dell’80-100% delle specie animali che le abitavano.

Olio di palma: fa male alla salute?

Ecco l’annosa questione: l’olio di palma quali danni crea al nostro organismo? E’ davvero cancerogeno?

Vi capita mai di leggere gli ingredienti dei prodotti che comprate? Se non lo fate spesso è ora di farlo (aiutatevi con l’app Edo che è formidabile) e scoprirete che l’olio di palma si trova in molti dolciumi, merendine e prodotti da forno.

Perché viene utilizzato l’olio di palma dall’industria alimentare? Perché costa poco (visto che il prezzo del burro è circa 4 volte superiore), ha un’ottima sapidità, è insapore, ha un’ ottima resistenza all’ossidazione, è un grasso solido come il burro e quindi rende gli alimenti cremosi senza influenzare i sapori, permette anche di conservare gli alimenti più a lungo e conferisce solidità al prodotto a temperatura ambiente.

Dunque, l’olio di palma fa male alla salute? Vi rispondiamo subito dicendo che non è un veleno, dal punto di vista nutrizionale è senza dubbio meglio dei grassi idrogenati, che prima venivano usati molto frequentemente nell’industria alimentare. Ma da qui a pensare che il consumo non presenti rischi per la salute dei consumatori il passo è lungo. L’olio di palma, esattamente come il burro, contiene una quantità di acidi grassi saturi molto alta rispetto ad altri oli: per esempio, dei grassi presenti in 100 grammi di olio di palma, 47,1 grammi sono saturi, contro i 48,8 grammi del burro e gli appena 16,3 grammi dell’olio di oliva. Quindi, se si assume in grande quantità è dannoso per la salute del cuore, delle arterie e per la circolazione sanguigna. E visto che l’olio di palma è praticamente dappertutto ed è facilmente accomulabile durante la giornata, il rischio che può provocare danni alla nostra salute è molto elevato. Si può anche dire che è un inutile surplus di grassi nocivi che è meglio evitare!

L’olio di palma è cancerogeno? Diverse fonti, tra cui uno studio dell’Istituto Mario Negri, evidenziano che ad oggi non esistono studi che comprovano la correlazione tra olio di palma e possibili effetti cancerogeni. Il legame da mettere in evidenza è quello obesità-insorgenza dei tumori, in quanto l’eccessivo consumo di grassi saturi (olio di palma, burro, lardo, latte), senza bruciarli con un adeguato esercizio fisico, tende a far ingrassare e l’obesità, come noto, è un fattore di rischio riconosciuto dei tumori.

Come dicevamo prima, in origine l’olio di palma è rosso e non è così nocivo anzi, contiene:

Con il processo di raffinazione mantiene invece solo i grassi.

Inoltre l’olio di palma non raffinato avrebbe effetti cicatrizzanti ed antimicrobici.

Olio di palma: controindicazioni ed effetti collaterali

Quali sono invece i rischi per la salute per quanto riguarda il consumo di olio di palma raffinato?

L’olio di palma raffinato causerebbe:

Chiarisco che, se è consumato occasionalmente l’olio di palma non crea gravi danni alla salute, li crea invece se consumato in grandi quantità, soprattutto nei bambini.

Diciamo che al massimo l’olio di palma potrebbe esser buono per la frittura, perché regge bene la temperatura ma per il resto è totalmente sconsigliato.

In quali alimenti si trova l’olio di palma?

L’olio di palma è presente in molti alimenti, soprattutto in:

  • snack;
  • merendine;
  • gelati;
  • biscotti;
  • dolciumi;
  • margarine;
  • prodotti da forno;
  • e persino in molti alimenti per bambini, come per esempio biscotti per neonati e latte in polvere.

Attenzione dunque, controllate sempre gli ingredienti dei prodotti che comperate ed evitate quelli che contengono olio di palma o comunque consumateli sporadicamente. Preferite le merende fatte in casa, evitando anche il burro, ed utilizzando grassi buoni per la salute.

In ogni caso, l’olio migliore resta quello extra vergine di oliva.

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