Vitamina K: proprietà, benefici per la salute, sintomi della carenza, fabbisogno e gli alimenti più ricchi
La vitamina K, il cui vero nome è Koagulation vitamin fu scoperta nel 1935 da Henrik Carl Peter Dam ma il meccanismo del suo funzionamento fu scoperto solo nel 1974. Da allora è nota anche come vitamina cerotto, perché il suo ruolo principale è quello di far coagulare il sangue.
In sostanza la vitamina K è una vitamina, che fa parte di un gruppo di naftochinoni liposolubili, che favorisce il buon funzionamento di determinate proteine, fra cui quelle che formano e sostengono le nostre ossa e favoriscono la coagulazione del sangue.
Esistono diverse forme di vitamina K:
- vitamina K1: ovvero fitonadione, cioè la forma naturale della vitamina K;
- vitamina K2: ossia menachinoni, che sono prodotti dai batteri nell’intestino umano (la quantità prodotta non soddisfa il fabbisogno;
- vitamina K3: ovvero menadione, la versione sintetica per i pazienti che non possono sfruttare la vitamina naturale.
Sommario:
Vitamina K: proprietà e benefici per la salute
La vitamina K è nota per i benefici che apporta alla salute del corpo:
- cura le malattie emorragiche favorendo la coagulazione del sangue;
- previene l’osteoporosi poiché aumenta la densità ossea, difatti prevenire il riassorbimento osseo ragion per cui gli anziani dovrebbero arricchire;
- previene i disordini del sanguinamento e gli eventi trombotici nella terapia anticoagulante;
- è importante per il buon funzionamento del fegato e per prevenire la cirrosi epatica.
C’è da dire inoltre che la vitamina D e i supplementi di calcio possono intensificare gli effetti benefici della vitamina K.
Usi non accertati della vitamina K: prevenzione tumorale, celiachia, fibrosi cistica e prevenzione dell’epatite C.
L’assorbimento della vitamina K avviene nel tratto intestinale superiore con l’aiuto della bile e dei sali biliari, poi viene trasportata al fegato dove viene immagazzinata.
Alcuni fattori possono interferire con l’assimilazione come:
- l’ occlusione del coledoco;
- la mancata secrezione di sale biliare;
- la scarsa produzione di bile;
- la presenza di un anticoagulante che riduce l’attività della protrombina nel plasma;
- le radiazioni di ragi X;
- l’aspirina;
- l’inquinamento;
- uso eccessivo di farmaci quali antibiotici, eparina, warfarin e coumadin.
Vitamina K: il fabbisogno giornaliero
Per quanto riguarda gli adulti la dose giornaliera consigliata per uomini è 80 microgrammi e per le donne 65 microgrammi, in caso di carenza dai 50 ai 100 milligrammi sotto controllo medico.
Per quanto riguarda i bambini, la dose consigliata per un bambino di 1 anno è di 10 microgrammi al giorno, 15 microgrammi a 3 anni, dai 4 ai 6 anni è 20 microgrammi, dai 7 ai 10 anni 30 microgrammi.
Per gli adolescenti la dose consigliata è: maschi dagli 11 ai 14 anni è 45 microgrammi; dai 15 ai 18 anni è 65 microgrammi, dai 19 ai 24, 70 microgrammi; per le femmine dagli 11 ai 14 anni è 45 microgrammi, dai 15 alle 18 è 55 microgrammi, dai 19 ai 24, 60 microgrammi.
Vitamina K: gli alimenti più ricchi
Vediamo dunque dove si trova la vitamina K e quali sono gli alimenti più ricchi:
- broccoli
- spinaci
- lattuga
- cavolo
- cavolini di Bruxelles
- cime di rapa
- verza
- ceci
- piselli
- soia
- the verde
- uova
- fegato di maiale e di manzo
- latticini
- carne
- frutta ed i cereali
- kefir o latte fermentato
- yogurt
- melasse scure
- olio di semi di cartamo
- olio di fegato di pesce
- crescione
- asparagi
- fagioli
- olive
- pinoli
- kiwi
- frutta secca
- patate
- pomodori
- ortica
In particolare sono raccomandati gli ortaggi a le verdure a foglie verde ed il latte fermentato che è in grado di stimolare una buona produzione di vitamina K.
Da notarsi che la cottura non elimina quantità significative di vitamina K.
Vitamina K: i sintomi della carenza
I deficit da carenza di vitamina K possono portare a disfunzioni coagulative che aumentato il rischio di emorragie.
Vediamo quali sono le persone più a rischio:
- chi soffre di malnutrizione;
- gli alcolisti;
- chi soffre di ostruzione biliare;
- colite ulcerosa;
- fibrosi cistica;
- chi fa largo uso di aspirina, antibiotici, farmaci anti-convulsivanti, anticoagulanti e sulfamidici.
Nei neonati possono verificarsi deficit di vitamina K legati a problemi di sanguinamento dovuti al parto o ad interventi chirurgici.
Una carenza di vitamina K si può manifestare con:
- epistassi;
- riduzione della densità ossea con rischio di fratture;
- affaticamento;
- sonno agitato;
- nausea;
- colite;
- anemia emolitica;
- ittero;
- sindrome emorragica.
Perchè si può esser colti da carenza di vitamina D?
Negli adulti le cause sostanzialmente possono essere:
- disfunzioni dell’apparato gastrointestinale;
- uso di farmaci come Warfarina e dicumarolo;
- celiachia;
- malattie epatiche;
- ridotta secrezione della bile.
Se al contrario si verifica un eccesso di vitamina K cosa accade?
Negli adulti è abbastanza raro, ma nei neonati è più facilmente riscontrabile, in questo caso manifestano i sintomi dell’ittero.
Negli adulti può manifestarsi, nel caso di un’eccessiva assunzione di vitamina K sintetica, con:
- anemia
- vomito
- trombosi
- collasso dei globuli rossi
- vampate di calore
- sudorazione
- prurito
- senso di oppressione al petto
Se si è abusato degli integratori sarà meglio escludere per un po’ dall’alimentazione: fegato, yogurt, spinaci, cavoli, cavolfiori, cime di rapa, cavolini di Bruxelles, patate, piselli e pomodori.
Attenzione: le iniezioni intravenose o intramusculari di vitamina K possono causare reazioni allergiche quindi reazioni anafilattiche, shock, vampate, dissenteria, attacco cardiaco e arresto respiratorio. Per tanto devono esser somministrate diluite e sotto controllo medico.
Attenzione: la vitamina K può interferire con i seguenti integratori: l’ erba medicinale (Medicago sativa), il ginseng americano (Panax quinquefolius), e l’ Angelica (Angelica archangelica).