Ti è mai successo di pensare “oggi non ho voglia di alzarmi dal letto”? Quante volte ti capita di spegnare la sveglia e girarti dall’altra parte, perché vuoi restare tutto il giorno a letto?
Precisiamo che a tutti può capitare, in un periodo particolarmente stressata, di non riuscire ad alzarsi dal letto e preferire un po’ di riposo in più. Il problema nasce quando la mancata voglia non è un’eccezione ma la regola, e la voglia di restare sotto le coperte, diventa eccessiva.
Chi vive questa condizione prova anche una sensazione di costante di sonnolenza per tutta la giornata, che spinge la persona a ritornare a letto a dormire. Quando si verificano questi comportamenti, si parla di clinomania e, chi ne soffre, ha un rapporto morboso col letto, unico posto in cui riesce a sentirsi bene.
Sommario:
Cos’è la clinomania?
La clinomania, conosciuta anche col nome di disania, è una costante sensazione di stanchezza e sonnolenza che dura tutto il giorno, e che porta la persona a non volersi alzare dal letto o a desiderare di ritornarci quanto prima.
Fa parte dei disturbi dell’umore ed è molto debilitante, in quanto rende difficile svolgere le attività quotidiane e riduce la vita sociale. È un disturbo cronico e, se persiste per lungo tempo, bisogna parlarne con un medico e con un terapeuta per scoprire le cause.
Per la valutazione dei sintomi, fanno la differenza la loro durata e intensità. Per intenderci, dormire più ore del solito, dopo una notte insonne, non equivale ad avere la clinomania.
Sintomi della clinomania
I sintomi della clinomania sono conosciuti e ben definiti, ma possono anche confondersi facilmente con problemi di altra natura fisica o mentale.
È quindi fondamentale rivolgersi al medico che, in base ai sintomi, potrà capirne le cause e indicare il percorso di cura più indicato.
Ma cosa prova chi soffre di clinomania?
- Non volersi alzare dal letto, necessità di non abbandonarlo. L’unico pensiero è rimanere a letto. Il sintomo si manifesta per un lungo periodo.
- Voglia di tornare a dormire: pensiero di andare a riposare a letto.
- Forte sonnolenza per tutta la giornata.
- Stanchezza, sensazione di non riuscire a fare niente e di non avere energie e motivazione.
Per essere riconosciuti come sintomi della disenia, la loro durata deve essere di almeno cinque settimane.
Quali sono le cause della clinomania?
La clinomania può avere cause fisiche o psicologiche, nel primo caso, può essere la spia di malattie come l’encefalomielite mialgica o di disturbi del sonno. Persone che soffrono d’insonnia o di apnee notturne hanno maggiori probabilità di sperimentare la clinomania.
Questo perché, non riuscendo a riposare bene durante la notte, provano, al mattino, una forte sensazione di stanchezza e sonnolenza che le trattiene a letto. Un’altra causa fisica può derivare dai disturbi alla tiroide, tra i sintomi ci sono forte affaticamento, cardiopatia e sonnolenza.
Dal punto di vista psicologico, la clinomania può essere associata alla depressione che, tra i sintomi, include difficoltà ad alzarsi dal letto e stanchezza. Ma anche un lutto, l’ansia e le fobie, possono essere all’origine di questo disturbo.
Come si effettua la diagnosi di clinomania?
Non è sufficiente non aver voglia di alzarsi dal letto, per una diagnosi, è necessario che la condizioni duri da molto tempo e influenzi negativamente la vita quotidiana.
Inoltre, non esistono dei test ufficiali approvati per diagnosticare la clinomania. Psicologi e psicoterapeuti possono riconoscere il disturbo tramite i test per l’ansia e la depressione, poiché la clinomania è associata a disturbi d’ansia e depressivi.
Come si cura la clinomania
Per curare la clinomania bisogna affidarsi a uno psicoterapeuta, che deciderà quale percorso seguire, anche in base alle cause che hanno scatenato il disturbo.
Al contempo, sarà necessario modificare lo stile di vita quotidiano, in modo da facilitare il corretto ciclo sonno-veglia, quindi: dormire bene e il necessario, fare attività fisica durante il giorno, non utilizzare dispositivi elettronici prima di dormire.
Non esistono percorsi predefiniti, ogni terapeuta decide qual è quello più indicato per il paziente e l’approccio da seguire.
È importante che tra paziente e terapeuta si crei una relazione di fiducia e che ci si senta liberi di esprimersi senza la paura del giudizio.